Chiesa di San Domenico: gioiello molfettese

Quando andiamo a Roma o a Napoli ci imbattiamo nei quadri di Corrado Giaquinto, uno dei principali esponenti del Roccocò, molti non sanno però che anche a Molfetta è presente un Giaquinto nella parrocchia di San Domenico.

La Chiesa di San Domenico a Molfetta è uno dei monumenti simbolo della città, essendo ubicata vicino alla fabbrica di San Domenico che ha al suo interno la Biblioteca comunale. Edificata tra il XIII e il XIV secolo, la chiesa è stata ricostruita e ampliata nel corso dei secoli ed è stata protagonista di importanti eventi storici.

Il suo aspetto architettonico è caratterizzato dallo stile romanico-pugliese, con un imponente portale in pietra e un campanile alto 52 metri. L’interno è a tre navate, con un’imponente volta a crociera e numerosi altari barocchi. Tra le opere d’arte custodite all’interno della chiesa si segnalano una Madonna col Bambino e i Santi Domenico e Francesco, una tela del pittore Francesco Compostella del XVII secolo, e la statua della Madonna del Rosario, patrona della città.

Storicamente, la Chiesa di San Domenico ha avuto un ruolo importante nella vita religiosa di Molfetta. Fu luogo di sepoltura della potente e influente famiglia nobiliare dei Carafa, che qui eressero una cappella funebre. Inoltre, fu sede di un importante convento domenicano, che ebbe inizio nel XIII secolo e che conservò il ruolo di centro di cultura e di formazione per diversi secoli.

Oggi la Chiesa di San Domenico è meta di numerosi visitatori e turisti, che possono ammirare la sua bellezza e la sua storia millenaria. La chiesa è anche sede di importanti eventi culturali e religiosi, tra cui concerti di musica classica, mostre d’arte e celebrazioni liturgiche.

La Chiesa di San Domenico è pertanto un monumento che racchiude la storia, la cultura e la fede della città di Molfetta, un luogo di riferimento per i suoi abitanti e un’attrazione turistica per chiunque voglia scoprire la bellezza del patrimonio artistico e religioso della Puglia.

La costruzione della chiesa fu iniziata nel 1636 e ultimata dopo circa mezzo secolo. La consacrazione risale al 1699. Nella chiesa sono conservati due pregevoli esempi di arte barocca locale tra cui una tela di Corrado Giaquinto (XVIII secolo) raffigurante la Madonna del Rosario.

Corrado Giaquinto, un grande maestro del rococò italiano, continua ancora oggi ad essere considerato uno dei maggiori esponenti della pittura barocca.

Nato a Molfetta nel 1703, fu presto notato per le sue doti artistiche e studiò all’Accademia di San Luca di Roma, dove divenne l’allievo preferito di Sebastiano Conca.

La sua fervida attività iniziò ben presto e gli permise di crearsi un’ampia fama, grazie a opere di notevole rifinitura e raffinatezza.

Tra le sue opere più celebri si possono annoverare la pala dell’altare maggiore della chiesa di San Pasquale Baylon a Roma, la tela che raffigura la gloria di San Nicola da Tolentino nella chiesa di Sant’Agostino a Barletta, la decorazione di alcune cappelle della chiesa di San Lorenzo a Palermo e la celebre cupola della chiesa di San Francesco di Paola a Napoli.

Corrado Giaquinto fu anche impegnato nella realizzazione di numerosi decori e affreschi, tra cui quelli della Villa Borghese di Roma e della cattedrale di Palermo.

Notevole fu anche la sua attività all’estero, dove fu richiesto soprattutto in Spagna e Portogallo.

La sua arte, influenzata dal rococò francese e dal barocco italiano, si caratterizza per l’eleganza delle linee, la luminosità delle tonalità e la grande attenzione ai dettagli.

Corrado Giaquinto morì a Madrid nel 1765, lasciando dietro di sé un’enorme eredità artistica che tuttora continua ad essere ammirata e studiata in tutto il mondo.

Altre opere di Corrado Giaquinto presenti a Molfetta sono:

  • L’assunzione della Vergine;
  • Trionfo di Galatea.

Articolo a cura di PAlumbo Corrado Paolo